C’era una volta un potente visir che viveva a Smirne. Era un
uomo giusto. Egli decise di prendere in moglie la figlia di un sapiente suo
amico che viveva sulle montagne ed era povero e pio. Un giorno il visir mandò un suo suddito a prendere
la figlia del suo amico per portarla con sé al castello.
Dopo poco tempo il
suddito tornò dal visir e gli disse: ”La ragazzina si chiama Elena e per
portarla qui c’è voluto tanto tempo!”. Poi, appena vista la fanciulla, il visir
iniziò a parlare e a chiederle molte
cose: "Quanti anni hai?” e lei non rispondeva, poi: ”Cosa hai di speciale?” e
lei di nuovo non rispondeva. Allora il visir capì che la ragazza era scorbutica
e scontrosa, così pensò di provare a farla diventare più gentile tenendola in
casa per qualche tempo. Elena non dava segni di miglioramento. Dopo un po’ il
visir, stanco della sua arroganza, decise di cacciarla e di farla tornare da
dove era venuta, nonostante si fosse innamorato. A quel punto un mago amico del
visir, commosso, scelse di aiutarlo: si era accorto che la ragazza si
comportava in quel modo perché era stata vittima di un incantesimo. Incaricò un
vecchio cavaliere di andare a far cambiare atteggiamento ad Elena e, solo dopo
esserci riuscito, di toglierle l’incantesimo pronunciando delle parole magiche.
“Mai più scorbutica e scontrosa, da oggi sarai bella e sorridente come una rosa!”, era la formula che il mago disse al cavaliere di pronunciare. Allora il cavaliere partì e arrivato
davanti alla casa di Elena si finse un passante e chiese ospitalità per qualche
giorno. Il padre fu subito contento di offrire la sua umile dimora e disse: "Anche
se siamo poveri e abbiamo poco da mangiare, come riesco a sfamare due persone,
riuscirò a sfamarne anche tre! ” Al contrario la figlia scorbutica disse: "No,
io non lo voglio in casa, perché non mi va di condividere la stanza con lui e
neanche quel poco che ho da mangiare”. Il cavaliere notò subito l’arroganza di
Elena e si mise al lavoro. Decise intanto di iniziare a parlarle per capire che
cosa c’era in lei che non andava ma, pur provando molte volte, non ci riuscì
perché lei rimaneva zitta, ferma, immobile e alcune volte addirittura aspettava
a mangiare per non sedergli accanto. Allora il cavaliere decise di andare
incontro a questa ragazza e di chiedere spiegazioni al padre che però gli disse
di non sapere il motivo della sua arroganza e che con lui non si comportava
così. Non sapendo più che fare, il vecchio cavaliere propose all’uomo ed alla
figlia di andare a fare una passeggiata nel bosco. Il padre accettò ed insieme
andarono in cerca di funghi. Dopo un po’ la figlia iniziò a camminare vicino ad
un burrone ma inciampò sul bordo e stava per scivolare quando il cavaliere per
non farla cadere decise di buttarsi verso di lei, così la afferrò e la salvò.
Il padre fu molto riconoscente ed Elena iniziò a cambiare anche se non volle
ringraziare il suo salvatore come le aveva suggerito il genitore. Il cavaliere
vide che non era ancora pronta e quindi aspettò. Dopo un po’ si era fatta l’ora
di andare a casa e durante il ritorno Elena si mise a correre ed inciampò su
una radice ma, sempre grazie al cavaliere, fu salvata; anche questa volta, la
ragazza non ringraziò. A quel punto il cavaliere non sapeva più che fare e stava
per arrendersi quando sentì urlare Elena. Allora corse verso di lei e vide che
la ragazza era circondata da serpenti, prese una frusta e iniziò a cacciarli.
Alla fine ci riuscì ed Elena spontaneamente lo ringraziò. A questo punto per il
cavaliere la fanciulla era pronta, quindi si ricordò la formula magica e quando
disse: “Mai più scorbutica e scontrosa, da oggi sarai bella e sorridente come
una rosa!” . A quel punto vide un’ombra che usciva dal corpo di Elena dicendo:”No! No! No!”. Così
la ragazza ringraziò di nuovo il cavaliere per averla liberata da
quell’incantesimo e diventò la più gentile del paese. Si ricordò del visir e
decise di andare a chiedere scusa anche a lui e si recò a Smirne. Appena
arrivata Elena corse subito a cercarlo, gli chiese scusa per il suo
comportamento e gli domandò se aveva ancora voglia di sposarsi con lei. Lui
rimase senza parole e senza esitare disse di sì.
Il visir per
la contentezza decise di organizzare il matrimonio per il giorno stesso. Furono
celebrate le nozze e dopo partirono con il padre per andare a visitare le
proprietà dello sposo. Da quel momento non si separarono più e vissero tutti
felici e contenti.
CONSEGNA: SCRIVI UNA FIABA A PARTIRE DALL'INCIPIT DELLA FIABA ARABA "LA COSA PIU' PREZIOSA"
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