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mercoledì 11 dicembre 2013

Il Visir e la saggia Asim

di Tommaso Cedrone

C’era un potente Visir che viveva a Smirne. Era un uomo giusto. Egli decise di prendere in moglie la figlia di un sapiente suo amico che viveva sulle montagne ed era povero e pio. Il visir si chiamava Halil Pascià.
Tutti sconsigliavano il visir, perché dicevano che la ragazza era troppo povera ed aveva vissuto sempre solo con suo padre sulle montagne: non conosceva la vita di corte o della città, e sicuramente avrebbe approfittato della ricchezza del visir. 

Halil Pascià non dava ascolto a queste voci, perché lui sapeva che la ragazza, di nome Asim, oltre che bella era anche virtuosa e piena di bontà. Fece andare Asim da lui, e lei scese in città e andò ad abitare nel palazzo. Halil Pascià sapeva che era anche una ragazza molto saggia e cominciò a farsi aiutare nel governo del regno. I consiglieri allora, invidiosi della nuova arrivata e della sua saggezza, cominciarono a cercare un modo di liberarsi di lei.
Ogni giorno Asim passeggiava lungo i cortili e i viali pieni di fiori e alberi. Tutti la osservavano attentamente aspettando di trovare in lei qualcosa di negativo per denunciarla al visir; ma nessuno riusciva a trovare in lei il più piccolo difetto.
Qualche tempo dopo,  Halil Pascià partì per visitare il suo regno e Asim rimase in città. Accadde che durante la sua solita passeggiata quotidiana, due degli uomini di fiducia del visir dissero alla bella Asim: “Dobbiamo darti una terribile notizia: il visir è stato catturato dai nemici e non sappiamo dove lo hanno portato e dove lo tengono prigioniero”.
 Asim allora cominciò a piangere e a disperarsi. Il mattino seguente lasciò la città in cerca di Halil Pascià. Girovagò per tutto il regno e i regni confinanti, arrivando anche oltre il grande oceano. A tutti coloro che incontrava chiedeva notizie del suo visir promettendo in cambio anche la sua stessa vita. Tutti la ritenevano pazza e evitavano di parlare con lei.
Nel frattempo il visir, avendo fatto ritorno a Smirne  e volendo incontrare subito la sua futura sposa, chiese dove fosse. Tutti rispondevano allo stesso modo: “E’ andata via, approfittando della tua assenza, senza dire dove. Abbiamo cercato per mari e per monti, ma non l’abbiamo trovata. Ha portato via anche parte del tesoro reale”.
Il visir, rattristato, diede ordine di cercare dappertutto perché una volta trovata l’avrebbe fatta mettere in prigione. 
Un giorno si presentò a palazzo un commerciante di nome Alì. Egli raccontò al visir di aver incontrato nel suo girovagare una ragazza strana che cercava un visir. Era povera, vestita di stracci e sporca. Sicuramente un  po’ pazza.
Il cuore del visir capì invece che poteva trattarsi di Asim. Mandò subito le sue guardie con l’ordine di riportarla al palazzo. Appena fu condotta al cospetto del visir, egli diede ordine di gettarla in prigione, perché era stata irriconoscente e ladra. Asim invece felice lo abbracciò e non le importava di essere messa  in prigione. Halil Pascià non capiva e chiese spiegazioni. La ragazza disse che la sua gioia era nell’aver ritrovato finalmente il suo visir; e raccontò cosa era successo.
Scoperta la verità, il visir andò su tutte le furie; fece gettare in prigione i due uomini di fiducia, e tutti coloro che avevano detto menzogne su Asim furono allontanati dal palazzo e dalla città in esilio. 
Si stabilì il giorno delle nozze e il matrimonio fu celebrato con grande festa. Tutto il popolo era contento, perché loro amavano Asim e la sua bontà, ma soprattutto perché il visir aveva finalmente allontanato la sua corte invidiosa e cattiva.
Da quel giorno Halil Pascià e Asim governarono insieme e il loro regno ebbe un lungo periodo di pace e di felicità.

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