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venerdì 6 dicembre 2013

L'anello magico

di Giulia Rossi Seelye 

C’era una volta, in un regno lontano lontano, un castello maestoso in cui viveva un re con la sua regina e la loro unica figlia molto piccola che si chiamava Viola.
Poco prima del suo primo compleanno il castello prese misteriosamente fuoco e purtroppo morirono tutti.
I cittadini della vicina città, rimasti senza regno, erano disperati; allora arrivò un mago che, con la sua magia, ricostruì il castello ancora più bello e ricco, e si proclamò re.

Passarono gli anni ed il re/mago governava con durezza ed avidità, il popolo era molto scontento e sperava che il re si sposasse diventando così più buono.
Dopo molte insistenze da parte dei suoi sudditi il re decise di dare un ricevimento a corte ed invitare tutte le giovani in età da matrimonio che sapessero cucire per fare una gara di ricamo.
Immaginatevi che gioia in tutte le case!
Nella casetta della sarta, in particolare, c’era gran trepidazione: Camilla, la figlia della sarta, aveva appena compiuto diciotto anni e sapeva cucire e ricamare come nessun altro.
Inoltre nessuno sapeva, tranne la sarta stessa, che lei era la piccola principessa Viola, salvata dalle fiamme dalla buona sartina di corte.
Il ricevimento ci fu e Camilla vinse. Ci fu anche il matrimonio.
La prima notte di nozze Camilla fece finta di addormentarsi e così vide che il re portava un anello magico al dito che la sera metteva in uno scrigno; tolto questo anello, il re diventava un vecchio orrendo e spariva in una nuvola di fumo.
Non era un mago, era uno stregone malvagio!
Allora Camilla capì che era stata tratta in inganno dalla magia di uno stregone e che non aveva sposato un uomo.
Era molto triste, passava le giornate a piangere in giardino.
Ma era anche una ragazza pratica e fattiva e dunque, dopo aver pianto e pianto, decise di smascherarlo.
Bisognava togliergli l’anello, una volta privato del suo anello magico il mago sarebbe tornato ad essere quello che era: un vecchio rancoroso e inoffensivo.
Così la bella regina Camilla aspettò la notte per mettere in atto il suo piano: quando lo stregone avesse deposto il suo anello nello scrigno lei se ne sarebbe impossessata e l’avrebbe gettato nel camino.
Scivolò quatta quatta nella stanza dello scrigno; non l’aveva mai visto da così vicino: era magnifico, tutto d’oro e tempestato di gemme preziose di tutti i colori!
Camilla rimase sbalordita dalla meraviglia…
Ma, purtroppo, anche lo scrigno era magico e la regina rimase come una statua, ferma, impietrita e muta.
La mattina dopo lo stregone la ritrovò di pietra nella stanza dello scrigno. “ Ben ti sta” le disse, “ti lascerò in questa stanza, mia prigioniera per sempre, ed al tuo posto metterò una delle mie serve più fidate. Solo il bacio del vero amore potrà sciogliere questo incantesimo”.
Così fu.
Passarono molti anni.
Ormai la bella e fiorita cittadina era del tutto cambiata.
Tutto era grigio, secco, le porte chiuse, i fiori morti, il sole sempre oscurato da uno strano fumo.
Il re e la regina erano sempre più avidi e crudeli e i cittadini pensavano: “ Che brutto affare abbiamo fatto:  con il matrimonio il re è peggiorato invece di migliorare!”
Chi davvero nono si poteva dare pace era la mamma della dolce Camilla. Lei sapeva che era sempre stata una ragazza buona e affettuosa e proprio non la riconosceva più ora che era diventata una regina.
Del resto, si consolava, era destino: Camilla era figlia di reali.
Pensa, pensa, pensa, decise di mandare ad indagare il principe del regno di Ovest, che era li vicino.
Il principe arrivò e trovò la vera regina Camilla rinchiusa nella stanza dello scrigno
La baciò e lei si risvegliò
Poi insieme buttarono lo scrigno e l’anello nel camino e, appena fatto questo gesto, tutte le magie del mago cattivo sparirono.
Sparì il castello e ricomparve il vero castello che aveva preso fuoco tanti anni prima, con i genitori della regina ancora vivi e vegeti, sparì il fumo e ricomparve il sole e tutti i fiori.
Il principe e Camilla si sposarono e la sarta con il re e la regina fecero da testimoni.
Tutti vissero felici e contenti.
E lo stregone cattivo?
Lo stregone rimase imprigionato per sempre nel fuoco con l’anello e lo scrigno.

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