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martedì 21 gennaio 2014

Erica

di Greta Borgognoni e Chiara Troiano

C’era una volta, in un paese pieno di povertà, una ragazza molto povera che lavorava come serva nella casa dell’uomo più ricco del paese, che era anche il suo patrigno. Questa ragazza si chiamava Erica. 
Un giorno, mentre spolverava la cassapanca, udì il patrigno che stava stabilendo un buon prezzo con una signora per venderle la ragazza. Lei spaventata fuggì dalla casa del patrigno cattivo. Molto stanca, si perse in un bosco senza luce. 

La mattina dopo, il patrigno si accorse che il letto della sua serva era vuoto. Mandò i poliziotti a cercarla, ma nessuno di loro riuscì a trovarla. La ragazza, per non farsi trovare, infatti, chiese rifugio in casa di un’anziana donna, la quale, essendo di passaggio, la condusse fino all’entrata. Ma appena la donna si scoprì il volto, si rivelò quello della donna che voleva acquistarla. La fece lavorare per lei per molto tempo, finché la ragazza riuscì a fuggire nuovamente. 
Durante il suo cammino, incontrò un folletto che le fece una proposta di immenso valore: diventare ricca. Per diventarlo, però, la ragazza avrebbe dovuto attraversare tre laghi: uno con l’acqua, uno con la lava e uno con il ghiaccio, per poi arrivare alla famosa pentola piena di monete d’oro presente ai confini dell’arcobaleno. 
Il primo lago fu molto semplice da attraversare. Il secondo, invece, aveva un ponte traballante che sarebbe potuto crollare, ma la prova con la fiducia fu superata. L’ultimo lago, quello di ghiaccio, era impossibile da attraversare. La ragazza mise il piede, ma era così gelato che le diventò tutto viola. La ragazza però usò delle pezze per pulire che si mise sotto ai piedi e, astutamente, riuscì ad attraversare anche l’ultimo. 
Uscendo, però cadde in una fossa che puzzava e non riuscì ad uscire a causa delle pareti scivolose. Dopo un po’ la speranza le si leggeva nello sguardo e una striscia formata da sette colori diversi la sollevò e la portò alla pentola. L’indaco le donò un paio di scarpe di cristallo, lo smeraldo un abito di gemme e il viola un diadema regale. Subito una carrozza la venne a prendere e la portò in un castello dove un principe le chiese la mano e visse per sempre felice e contenta. 
Il patrigno e la donna si sposarono, ebbero due splendidi figli e andarono a vivere in un altro paese. Il folletto diventò invece il poeta, artista e cantante del castello.  

CONSEGNA (LAVORO DI GRUPPO): SCRIVETE UNA FIABA IN CUI SIANO PRESENTI UNA RAGAZZA POVERA COME PROTAGONISTA, UN PATRIGNO CATTIVO COME ANTAGONISTA, UN FOLLETTO COME AIUTANTE MAGICO E UNA PENTOLA COME OGGETTO MAGICO. LA STRUTTURA DEVE ESSERE COSTITUITA DA: SITUAZIONE INIZIALE/SITUAZIONE COMPLICANTE/ TRE PERIPEZIE O PROVE/CONCLUSIONE.

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