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sabato 18 gennaio 2014

La ragazza povera

di Tommaso Cedrone e Gabriele Di Carlo

C’era una volta una ragazza di nome Ketnis che viveva con la madre e il suo patrigno. La madre e il falso papà di nome George si erano sposati dopo la morte in miniera del vero padre.                                
In un giorno di pioggia, mentre Ketnis stava in casa con il patrigno, sentì alla radio che una signora a causa della forte pioggia aveva perso il controllo dell’auto ed era finita nel fiume.

Passarono diverse ore e la mamma ancora non era tornata a casa, perciò la ragazza era un po’ preoccupata.
Il giorno seguente lei e il patrigno videro al telegiornale che avevano ritrovato nel fiume il corpo della madre morta.
Sentendo la brutta notizia Ketnis iniziò a piangere, il patrigno approfittando della morte della madre iniziò a trattare la ragazza come una sua schiava, facendola lavorare giorno e notte.
Una sera Ketnis stanca del lavoro faticoso e di essere trattata male decise di scappare di casa per trovare fortuna in città.
La ragazza, non trovando nessuno che la potasse aiutare, si mise a cercare nei cassonetti qualcosa da mettere sotto i denti; non trovò niente da mangiare, ma solo una pentola.
Arrabbiata lanciò la pentola addosso al muro di una casa e dalla pentola spuntò un folletto che le disse: “Se risolvi questo indovinello potrai esprimere un desiderio, l’indovinello è questo: quando è piccolo sta su 4 zampe, da adulto su 2 e da vecchio ha 3 zampe, che cos’è? ”
Ketnis ci pensò un po’ e poi rispose: “L’uomo”, ed il folletto le disse: “Esatto, ora esprimi un desiderio”.
Ketnis decise di avere qualcosa da mangiare ed ecco che le apparve un buffet  fantastico davanti, mangiò tutto e si mise di nuovo in cammino.
Cammina, cammina, a un certo punto cadde in un pozzo senza acqua.
Arrabbiata perché non riusciva a trovare la via di uscita, decise di lanciare di nuovo la pentola e magicamente ricomparve il folletto.
Ketnis gli chiese un altro desiderio, il folletto le disse di sì, ma a una condizione: doveva risolvere un altro indovinello.
Così il folletto le chiese: “Ci sei dentro ma non puoi entrarci. Cos’è?”
Ketnis ci pensò e disse: “È lo specchio”.
I folletto le disse che era esatto, perciò le chiese il suo desiderio.
Ketnis desiderò di uscire dal pozzo e il folletto esaudì il desiderio facendo apparire  la madre morta che dopo l’ incidente era diventata un angelo. La madre la portò fuori dal pozzo e le disse: “Cara figlia, io me ne sono andata un po’ presto ma non ti preoccupare, ti proteggerò dall’ alto. Ti voglio tanto bene!”, e se ne tornò in cielo.
Uscita dal pozzo Ketnis era sempre molto triste, allora il folletto le chiese se aveva mai avuto un fidanzato.
La ragazza gli disse di no, allora  il folletto le chiese di baciarlo.
La ragazza ci pensò a lungo, ma poi decise di baciarlo.
Subito il folletto si trasformò in un bel ragazzo e insieme a Ketnis andò a vivere in un bel paese fuori dalla città e vissero per sempre felici e contenti.

CONSEGNA (LAVORO DI GRUPPO): SCRIVETE UNA FIABA IN CUI SIANO PRESENTI UNA RAGAZZA POVERA COME PROTAGONISTA, UN PATRIGNO CATTIVO COME ANTAGONISTA, UN FOLLETTO COME AIUTANTE MAGICO E UNA PENTOLA COME OGGETTO MAGICO. LA STRUTTURA DEVE ESSERE COSTITUITA DA: SITUAZIONE INIZIALE/SITUAZIONE COMPLICANTE/ TRE PERIPEZIE O PROVE/CONCLUSIONE.

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